Il Purgatorio

Maria Anna Josefa Lindmayr, la soccorritrice delle anime del purgatorio di Monaco

La mistica carmelitana, più tardi anche stigmatizzata, viene considerata la "Teresa d'Avila" della Baviera.

Maria Anna nacque a Monaco, all'epoca una città residenziale, come terza di quindici figli. Il suo compleanno cadeva il 24 settembre, festa di "Maria che riscatta i prigionieri", fatto che Maria Anna più avanti comprese come segno della sua vocazione: "Avrei dovuto offrirmi a Dio come prigioniera per la Chiesa, per la conversione degli atei e dei peccatori, ma particolarmente per la liberazione delle anime del purgatorio ".

Educati con tenerezza, ma anche con severità, con amore verso Dio e prontezza a soccorrere i poveri, sei tra i suoi fratelli e sorelle scelsero la vita religiosa. A "Mariandl" (forma vezzeggiativa di Maria Anna), di temperamento vivace, non dispiacevano le vanità del mondo. Ma, oltre alla protezione dei suoi vigilanti genitori, possedeva una coscienza delicata ed era straordinariamente decisa a non offendere Dio. Partecipava all'intensa vita religiosa della sua famiglia, nella quale ogni sabato si recitava il rosario per i defunti. Tornando indietro con la memoria, ammise: "Fin da giovane ho provato affetto per le anime nel purgatorio... l'ho avvertito fin dai dodici anni, ma senza comprenderlo... e perciò allora hanno ricevuto poco aiuto da parte mia ".

Una confessione generale a quindici anni provocò una conversione profonda, tanto che con la guida del confessore decise: "Signore, per la tua gloria, voglio diventare una persona buona o nulla ".

"Aiutatemi, affinché io possa aiutare voi!"
Sebbene questo "tipo originale di Monaco" non avesse mai cercato il soprannaturale, nel 1684 il Signore iniziò ad insegnare a Maria Anna, allora ventisettenne, come avrebbe potuto aiutare le anime del purgatorio: "Ogni settimana avrei dovuto scegliermi una virtù ed esercitarmi in essa interiormente ed esteriormente ... il merito di questo atto poi l'avrei dovuto offrire per le anime del purgatorio ... e questo attraverso le mani della Madonna o del mio S. Angelo Custode; per esempio la virtù dell'umiltà doveva andare alle anime che soffrono nel purgatorio per l'orgoglio, perché non avevano praticato questa virtù. Proprio con l'umiltà si possono aiutare molto le anime del purgatorio, molto più che con altri sacrifici... Avrei dovuto anche chiamare in mio aiuto le stesse anime affinché, anche attraverso il loro Angelo custode, potessero ammonirmi se io avessi errato contro questa virtù, sempre perché io potessi aiutarle... In questo modo avevo già alcuni anni prima dato il mio amore a Dio, prima che Egli mi affidasse il rapporto con le anime del purgatorio e avevo imparato molto attraverso questi esercizi. Le anime mi ammonivano diligentemente e non cadevo facilmente in difetto ".

Arrivano le prime anime
L'incontro diretto fra la "Lindmayrin" e le anime del purgatorio ebbe inizio il 1° dicembre del 1690, quando alla trentatreenne apparve per la prima volta Maria Pecher, una giovane donna morta nei dintorni: 'Mi disse ad alta voce: `Prega per me!'. Stavo recitando le preghiere della sera davanti all'immagine della Madonna ... e mi sembrò di sentire un canto dei morti ... e vidi un'ombra passare davanti a me ".

L'8 dicembre, dopo ulteriori segni della vicinanza di quest'anima, Maria Anna pregò: `Se è per la gloria di Dio e per il bene di quest'anima, venga avanti e si faccia conoscere'. Nella stessa notte, verso mezzanotte, l'ho sentita presente... e mi è stato rivelato tutto ciò che le mancava ".

Seguirono altre `visite' di Maria Pecher e anche di sua madre, per la quale Maria Anna offrì preghiere e sacrifici.

"Il 13 dicembre madre e figlia sono venute per l'ultima volta nella mia stanza e si è sentito il bel canto dei salmi: `Fateci andare alla casa del Signore!', che mi ha riempito di una gioia indescrivibile ".

Maria Anna aveva per prima cosa informato solo il suo padre confessore di ciò che le era accaduto e da lui ebbe il permesso di ricevere le anime, che si facevano vive attraverso lamenti, colpi e fiamme. Le visite sempre più frequenti, però, non rimasero a lungo nascoste tanto che la "Lindmayrin" divenne ben presto oggetto di chiacchiere in città.

Come il peccato così la penitenza
Come un amico in difficoltà si 'rivolge ai suoi amici, così le anime dei defunti di tutti i ceti sociali apparivano a Maria Anna. Spesso si presentavano mostrandolo stato delle loro anime e i loro vizi ed errori di una volta. La "Lindmayrin" scrisse in proposito: "Mi si è sempre fatto 'comprendere che nel modo in cui si pecca, così bisogna far penitenza ". Se in vita le anime avevano mangiato e bevuto senza dominarsi, si mostravano affamate e chiedevano il digiuno. Quelli che in vita erano stati duri d'animo, chiedevano opere di beneficenza. Se si toccavano la fronte con un dito, Maria Anna capiva che erano state persone testarde e l'ubbidienza esercitata consapevolmente portava loro sollievo. I pigri apparivano con le mani rovinate e chiedevano opere di beneficenza.

Nel dicembre del 1690 venne da Maria Anna un'anima che lei conosceva bene: il violinista di corte, Johann Georg Lóderer, un interprete molto bravo, che era stato insegnante suo e del fratello. Siccome amava bere, Mariandl lo aveva esortato a smettere, ammonendolo che rischiava una morte precoce. Purtroppo egli non aveva seguito i suoi consigli e, quando la sua anima si presentò a Maria Anna, supplicandola, le confessò che ora doveva soffrire lo stesso numero di anni con i quali aveva abbreviato la sua vita ubriacandosi. "Mi sono occupata molto della sua anima e ho avuto segni della sua beatitudine", confessò Maria Anna, stupita della precisione con la quale si procede nel purgatorio, dove tutto deve essere pagato fino all'ultimo.

La mistica vide le anime di due sacerdoti con alba e stola, ma stranamente come se fossero dei bambini di dieci o dodici anni; questo però non come segno dell'ideale evangelico di essere bambini davanti a Dio, ma come espressione della loro immaturità spirituale. "Sembravano così piccoli e questo perché avevano stimato troppo le cose temporali e avevano guardato più ai soldi e ai possedimenti. Li ho visti soffrire con una grande pena e mi chiedevano aiuto con gli occhi bendati e con la bocca aperta... perché avevano sì predicato ai loro parrocchiani la vera luce, ma loro non l'avevano amata e non avevano camminato in essa".

Morto l'Imperatore Giuseppe 1 d'Austria, si presentò dopo un lungo digiuno e penitenza ancora con un occhio aperto e uno chiuso, e a Maria Anna fu rivelato: "... è conseguenza del fatto che durante la sua vita ha avuto poca cura per la Chiesa di Dio ".

Nessuno può immaginare cosa mi sono costate le anime del purgatorio", confidò Maria Anna. Eppure il motivo per il quale il Signore le diede la grazia della confidenza con le anime fu anche: 'Per condurti ad un miglioramento". Lei stessa confermò: "Vedere i loro peccati era per me un insegnamento ad evitarli. Mi hanno ricordato i miei esercizi delle virtù ... Aiutando le anime del purgatorio si arriva più velocemente alla perfezione e alla vera virtù ".

Un bastoncino nel formicaio
A Maria Anna il purgatorio con i suoi "abitanti" fu mostrato con immagini impressionanti. Le anime in forma di innumerevoli scintille le fecero comprendere "che l'offerta dei sacrifici e delle sofferenze che ci colpiscono serve loro molto. Me lo ricordano giorno e notte con queste scintille che in gran numero cadono sulle mie mani, sui piedi e sul mio letto ". Questa "madre spirituale" delle anime del purgatorio comprese anche che queste anime bruciano come scintille per un santo e ardente desiderio di Dio, più che per il fuoco delle loro sofferenze e che preferiscono rimanere nello stato di purificazione piuttosto che apparire davanti a Dio con la minima imperfezione.

In un'altra occasione vide uno stagno pieno di pesci bianchi, i quali aprivano affamati le loro bocche verso Maria Anna affinché lei provasse rimorso al posto loro e lo offrisse con il prezioso Sangue e le proprie opere.

La gran quantità delle spesso dimenticate anime del purgatorio fu accennata alla "Lindmayrin" nell'immagine simbolica degli abitanti di un formicaio nascosti ai nostri occhi. "Dio mi ha usato come bastoncino ", scrisse la mistica, "per rimestare questo formicaio e vedere la quantità di anime nascoste che si trovano qui mentre noi le pensiamo già in Cielo ". In questo senso un'anima, morta quindici anni prima e considerata molto religiosa, si lamentò:

Non si entra facilmente in Cielo! e pena quando la gente ti considera santa, perché in questo caso non prega più per te come si dovrebbe! ".

Come se l'aiuto fosse rivolto Gesù stesso
La santa di Monaco fu illuminata anche sul fatto che coloro che si rivolgono con fiducia alle anime del purgatorio, le invocano, le pregano, sono ben presto esauditi, "che questo `essere esauditi velocemente' non deriva dalle anime del purgatorio ... perché loro stesse non ci possono aiutare fin quando non si trovano davanti a Dio, ma Dio esaudisce per loro intercessione perché le ama ... e perché Egli ricompensa il nostro amore per loro generosamente ... loro, che sono le più povere perché non possono più aiutarsi".

Lo dimostra il seguente avvenimento: una consorella chiese a Maria Anna una preghiera per una defunta affinché quell'anima potesse presentarsi a lei. Sempre nella stessa notte la consorella vide però Cristo che la prendeva amorevolmente per mano. Quando Maria Anna lo venne a sapere, chiese al Signore perché fosse andato Lui stesso e non l'anima. "Allora mi è stato rivelato che Gesù aveva accettato l'amore della mia consorella verso quell'anima come se fosse stato rivolto a Lui stesso. Ecco perché aveva ringraziato Lui stesso al posto dell'anima ".

Persecuzione e santa amicizia delle anime
Le chiacchiere in città e l'indignazione di alcuni sacerdoti per i messaggi delle anime del purgatorio, che a volte Maria Anna doveva comunicare, sfociarono in pesanti diffamazioni verso la "Lindmayrin". Da alcuni era considerata una strega e una truffatrice e andò a finire che il giorno della festa dei SS. Pietro e Paolo del 1691 le fu imposto il divieto di aiutare durante la notte le anime del purgatorio. La donna, con fama di santità, e le anime rispettarono quest'ordine, fin quando, dopo due anni e mezzo, la sentenza non fu annullata. Più tardi Maria Anna comprese: "L'obbedienza non aveva danneggiato le anime del purgatorio, ma era stata loro di aiuto ".

Anche in un'altra grande missione affidatale da Dio la "Lindmayrin" raccolse molta incomprensione e umiliazione. Nel 1704, a 46 anni, agì come profetessa nella guerra di successione spagnola fatto che all'epoca era piuttosto insolito per una donna e questo al fine di salvare Monaco dalla distruzione e indurre alla pace i principi partecipanti alla guerra. A questo punto occorre ricordare che due imperatori asburgici e tre successori al trono di Francia morirono precocemente, ` perché meglio per le loro anime", come Gesù dichiarò a Maria Anna, perché non vollero ascoltare l'ammonimento della grande profetessa di trattare la pace.

Nel 1711, terminato il suo compito nel mondo, a 54 anni la mistica poté entrare nel Carmelo, un desiderio coltivato fin dall'infanzia; però dovette fondare un nuovo monastero accanto alla Chiesa della SS. Trinità. Assunto il nome di Sr. Maria Anna Josefa di Gesù, la carmelitana continuò nella clausura fino alla morte il suo apostolato per le anime del purgatorio. In questo luogo la mistica con fama di santità e priora del monastero, nell'aprile del 1721, a 63 anni, ricevette la francescana Crescentia di Kaufbeuren, di 25 anni più giovane, la quale trovandosi in profonde difficoltà spirituali, ebbe da Madre Maria Anna grande sollievo, chiarezza e conferma del suo cammino mistico. Le due donne rimasero unite spiritualmente per tutta la vita, nella comune vocazione di espiazione ed intercessione e nel loro benefico operato per le anime del purgatorio, e lo furono anche dopo la morte! Quando Maria Anna ridiede a Dio la sua vita, il giorno di San Nicola del 1726, Crescentia ne fu l'erede spirituale e continuò la sua opera.

Fonte: Maria Anna Lindmayr, Mein Verkehr mit Armen Seelen - www.preghiereagesuemaria.it